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Gli escrementi di blatte sono uno dei primi segnali di un’infestazione di scarafaggi in casa, in azienda o in un condominio. Se hai notato piccole macchie scure simili a fondi di caffè o a puntini di pepe nero in cucina, in bagno o vicino a elettrodomestici, potresti avere un problema di blatte. Ignorare la presenza delle feci di scarafaggi può portare a una rapida proliferazione di questi insetti, causando problemi igienici e sanitari. difficilmente risolvibili nel breve periodo. In questo articolo scoprirai come riconoscere gli escrementi di blatta, dove trovarli e perché è fondamentale intervenire subito con una disinfestazione professionale.

 

 

Come Riconoscere gli Escrementi di Blatte

Le blatte lasciano escrementi che variano in forma e dimensione a seconda della specie. In generale, gli escrementi di blatte più piccole, come la Blatta Germanica, appaiono come piccoli granelli scuri simili a polvere o pepe nero. Le specie più grandi, come la Blatta Orientalis (Orientale) o la Blatta Americana, producono feci più grandi e cilindriche, con scanalature longitudinali.

Gli escrementi di blatte possono essere trovati in qualsiasi ambiente, spesso nella cucina.

Ecco dove potresti trovarli:

  • Cucina e dispensa: dietro gli elettrodomestici, sotto i mobili e vicino a fonti di cibo;
  • Bagno: vicino agli scarichi, sotto il lavandino e dietro i sanitari. Un controllo regolare garantisce la possibilità di trovare questi tipi di insetti;
  • Cantine e garage: in zone umide e poco illuminate, spesso difficilmente raggiungibili fisicamente e visivamente;
  • Dietro mobili e battiscopa: le blatte tendono a nascondersi in fessure e intercapedini, spesso è necessario spostare mobili ed oggetti per rendersi conto della loro presenza.

Se trovi questi segni, è probabile che ci sia una colonia attiva di blatte nelle vicinanze. Nessun pericolo, il consiglio che diamo subito quando si teme un’infestazione è chiamare un’azienda specializzata nel settore della disinfestazione che vi indicherà quale potrebbe essere una soluzione per risolvere il problema ed eventualmente procedere con un sopralluogo.

Perché gli Escrementi di Blatte Sono Pericolosi?

Le feci delle blatte non sono solo un fastidio visivo, ma rappresentano un serio rischio per la salute, poiché gli scarafaggi sono vettori di batteri, virus e allergeni che possono contaminare il cibo e l’ambiente domestico.

Tra i principali problemi legati alla loro presenza ci sono il rischio di contaminazione alimentare, con il rilascio di batteri che possono causare intossicazioni. Inoltre, possono causare allergie e problemi respiratori, poiché escrementi e carcasse di blatte possono scatenare reazioni allergiche e aggravare l’asma, soprattutto nei bambini. Carcasse di blatte possono alimentare la diffusione dell’infestazione, dato che le blatte usano i loro escrementi per tracciare percorsi e attirare altri individui della colonia. Più a lungo si aspetta a intervenire, più impegnativo sarà eliminare completamente l’infestazione.

Cosa Fare se Trovi Escrementi di Blatte?

Se hai notato feci di blatte in casa o in azienda, è fondamentale agire subito, perché questi insetti si riproducono velocemente e un’infestazione può sfuggire di mano in poco tempo. Evita di toccare gli escrementi a mani nude: usa guanti e disinfetta accuratamente le superfici contaminate.

Blatta nell’ambiente domestico

Controlla se ci sono altre tracce di infestazione, come uova, blatte vive o carcasse. Non affidarti a rimedi fai-da-te inefficaci, poiché spray e trappole eliminano solo pochi esemplari senza risolvere il problema alla radice. La soluzione migliore è contattare un professionista della disinfestazione per un intervento mirato che elimini definitivamente le blatte e prevenga nuove infestazioni.

Conclusione

Trovare escrementi di blatte in casa o in un’attività commerciale è un chiaro segnale che qualcosa non va. Ignorare il problema potrebbe portare a gravi conseguenze per la salute e l’igiene degli ambienti. Se sospetti un’infestazione, affidati a professionisti esperti nella disinfestazione di blatte. Non aspettare che il problema peggiori! Contattaci subito per un sopralluogo gratuito e una soluzione efficace per eliminare le blatte definitivamente.

Il legno è un materiale naturale e ampiamente utilizzato. Questo materiale è da sempre apprezzato per le sue qualità estetiche e funzionali, e trova impiego in una vasta gamma di applicazioni che vanno dalle costruzioni all’arredamento. Il legno può però diventare il bersaglio di numerosi parassiti, comunemente noti come insetti del legno, coleotteri del legno, e tarli del legno.
Questi piccoli animaletti sono responsabili di danni che possono compromettere mobili, travi e persino il parquet. I principali responsabili dei danni delle strutture in legno sono i tarli del legno. I coleotteri del legno, infatti, rosicchiano e scavando gallerie all’interno di mobili, travi e parquet, compromettendone la stabilità strutturale. Inoltre, questi insetti piccolissimi del legno causano anche danni estetici alle strutture infestate.
Ma chi sono questi insetti piccolissimi del legno? Quante e quali specie di tarli del legno posso trovare nella mia abitazione? Hai per caso visto degli strani segni su alcuni dei tuoi mobili e vuoi capire cosa sta succedendo? In questa guida scopriremo quali sono le principali specie di tarlo del legno e come riconoscerle. Vedremo inoltre quali sono i danni che causano questi animaletti che mangiano il legno. Che tu voglia saperne di più sugli insetti del parquet o capire che danni provocano questi animali che rosicchiano il legno, continua a leggere questo articolo!

 

 

Quali sono le caratteristiche generali dei tarli del legno?

I tarli del legno sono insetti xilofagi, ovvero che si nutrono di legno. Questi insetti appartengono all’ordine dei Coleotteri. Il loro ciclo vitale include le fasi di larva, pupa e adulto. Le larve dei tarli del legno sono di aspetto vermiforme e di colore biancastro. Possono svilupparsi per anni scavando gallerie nel legno, che rosicchiano nutrendosi di cellulosa e amido. Una volta mature, le larve si impupano. Dalla pupa uscirà il tarlo del legno adulto.

Gli adulti sono piccoli insetti, generalmente marroni, che assomigliano superficialmente a piccoli scarabei. Sono dotati di ali e sono quindi in grado di volare. A riposo, tengono le ali ripiegate sul corpo, al di sotto di strutture indurite, dette elitre. Gli adulti di questi parassiti del legno escono dalle gallerie scavate dalle larve, lasciando caratteristici fori. Le femmine depongono molte uova nelle fessurazioni del legno. Le larve emergeranno dalle uova e si svilupperanno, infestando la struttura di legno.

I tarli del legno vengono talvolta chiamati “tarme del legno”. Questo è un errore, infatti le tarme appartengono all’ordine dei lepidotteri (farfalle e falene).

Che danni causano questi parassiti del legno?

I coleotteri del legno causano danni sia strutturali che estetici al legno. Le larve di questi insetti del legno scavano gallerie all’interno delle strutture infestate, compromettendone la stabilità.  Gli adulti di tarlo del legno, per uscire dalle strutture in cui sono sviluppate le larve, provocano dei buchi, detti fori di sfarfallamento. Questi costituiscono un danno estetico significativo. 

Come faccio a capire che ho un’infestazione di tarli del legno?

Per verificare se in casa tua c’è un’infestazione di tarli del legno, puoi osservare vari segnali indicativi. Uno dei più evidenti è la presenza di rosume, una polvere fine composta dal legno rosicchiato e dagli escrementi deposti dalle larve di tarlo del legno. Questo materiale si deposita in prossimità delle strutture infestate. Si può quindi osservare vicino a mobili e parquet, o sotto le travi. 

Alcune specie di questi parassiti del legno producono suoni. È possibile quindi capire se c’è un’infestazione in atto se si sentono gli stessi suoni col passare del tempo.

Inoltre, è possibile rinvenire tarli del legno adulti, spesso morti, nei pressi delle strutture infestate. Questi segnali sono indizio di un’infestazione di tarli del legno e richiedono un intervento di disinfestazione tempestivo. 

Per maggiori informazioni per chi teme di avere un’infestazione da tarli, contattaci così da avere maggiori informazioni sui nostri servizi e come possiamo eventualmente intervenire.

Quali sono le specie più comuni di tarlo del legno?

Vediamo di seguito le specie di tarlo del legno che più facilmente possiamo incontrare nelle nostre abitazioni. 

  • Tarlo dei mobili, Anobium punctatum

Esemplare di Anobium punctatum, il tarlo dei mobili. Foto di Udo Schmidt, presa da Pictureinsect (https://pictureinsect.com/it/identify/Anobium_punctatum.html#Adult).

Conosciuto con il nome comune di tarlo dei mobili, l’Anobium punctatum è uno dei tarli più comuni. Di piccole dimensioni (2.5-5 mm), questo insetto del legno è caratterizzato da un colore marrone-rossastro e da un capo indistinto dal torace, in cui è infossato. Gli adulti di questa specie di tarlo del legno causano fori di sfarfallamento circolari e larghi 1-2 mm. Le larve di questa specie attaccano sia legni di latifoglie che di conifere (teneri, duri e molto stagionati), e producono un rosume granulare fine.

  • Grande tarlo, Xestobium rufovillosum

Esemplare di Xestobium rufovillosum, l’orologio della morte. Foto presa da Wikispecies (https://species.wikimedia.org/wiki/Xestobium_rufovillosum).

Come il tarlo del legno comune, lo Xestobium rufovillosum appartiene alla famiglia Ptinidae. Rispetto all’Anobium punctatum, questo tarlo del legno è più grande, e raggiunge i 5-8 mm di lunghezza. Per questo motivo viene chiamato grande tarlo. Ha inoltre un ampio torace, a differenza del tarlo dei mobili. Questo coleottero del legno è chiamato anche orologio della morte. Questo perché i maschi colpiscono il legno con la propria testa, producendo un rumore che funge da richiamo sessuale per le femmine, che rispondono circa due secondi dopo.

Il rumore prodotto da questi tarli del legno è ritmico, simile al ticchettio di un orologio. Per questo motivo, questi insetti del legno vengono soprannominati orologi della morte. Questo tarlo del legno predilige legni in cui è presente alta umidità. Questo fattore determina lo sviluppo di funghi che si rivelano utili per lo sviluppo delle larve. Queste producono un rosume grossolano. I fori di sfarfallamento degli adulti di orologio della morte sono larghi 3-4 mm.

  • Lictidi (Sottofamiglia Lyctinae)

Esemplare di Lyctus brunneus. Foto presa da Wikispecies (https://species.wikimedia.org/wiki/Lyctus_brunneus).

I tarli comunemente noti come lictidi appartengono alla sottofamiglia Lyctinae, inclusa nella famiglia Bostrichidae. Tra le specie più comuni, ricordiamo Lyctus brunneus e Lyctus linearis. Questi tarli del legno sono lunghi 3-8 mm e, contrariamente ai tarli della famiglia Ptinidae, sono di forma allungata e appiattita. Le larve di questi insetti del legno prediligono legni abbastanza umidi. Infestano anche legni esotici, caratterizzati da maggiore ricchezza di amido. Le larve di questi tarli del legno producono un rosume finissimo, in quanto esse sono dotate di mandibole molto affilate. I fori di sfarfallamento degli adulti sono circolari o leggermente ovali, e larghi 1.5 mm.

  • Capricorno del legno (Famiglia Cerambycidae)

Esemplare di Hylotrupes bajulus, il capricorno delle case. Foto presa da Wikispecies (https://species.wikimedia.org/wiki/Hylotrupes_bajulus).

Il nome comune di capricorno del legno si riferisce a diverse specie della famiglia Cerambycidae. Uno dei capricorni più comuni è Hylotrupes bajulus, chiamato anche capricorno delle case. Questi tarli del legno attaccano principalmente le travi. Sono facilmente distinguibili dagli altri insetti del legno. Infatti, presentano lunghe antenne e, inoltre, raggiungono dimensioni maggiori (15-20 mm di lunghezza) delle altre specie di tarlo del legno. Le larve di questi insetti producono un tipico rumore di sfregamento, rodendo il legno con le proprie mandibole. Le dimensioni dei fori di sfarfallamento degli adulti (6-10 mm di larghezza) sono maggiori rispetto a quelle degli altri tarli del legno.

Come posso distinguere tra di loro questi insetti del legno?

Raccogliere gli adulti è il metodo più semplice per riconoscere la specie di tarlo del legno che è causa dell’infestazione. Questi possono essere raccolti nei pressi delle strutture infestate. Come abbiamo visto sopra, le specie più comuni presentano alcune differenze morfologiche utili per riconoscerle.

Un altro modo per identificare la specie di insetto del legno presente in casa è considerare il rumore che emesso durante l’infestazione delle strutture lignee. Infatti, come visto in precedenza, ad esempio il rumore dell’orologio della morte è diverso da quello delle larve dei capricorni del legno.

Anche il rosume è un elemento importante da considerare: le larve di alcune specie ne producono di fine, altre di grossolano. Le dimensioni dei fori di sfarfallamento degli adulti di tarlo del legno possono permette di ipotizzare la specie responsabile dell’infestazione in atto. Se i fori sono molto piccoli, l’infestazione è probabilmente ad opera di Anobium punctatum. Se invece i fori sono più grandi, l’infestazione potrebbe essere dovuta ad una specie di capricorno del legno. Anche la forma dei fori può essere presa in considerazione.

Conclusioni

In questo articolo abbiamo visto insieme cosa sono gli insetti che mangiano il legno e come si distinguono tra loro questi parassiti. Inoltre, abbiamo esaminato i danni che questi piccolissimi insetti del legno possono provocare. L’identificazione dei parassiti del legno che stanno causando l’infestazione è molto importante. Identificare correttamente questi insetti piccolissimi del legno garantisce un approccio sostenibile, efficiente e sicuro.

Eliminare questi insetti è utile anche dal punto di vista igienico-sanitario, in quanto i parassiti che i tarli del legno portano con loro possono pungere l’uomo. Leggi questo articolo per saperne di più a riguardo. Biosistemi, per i suoi servizi di disinfestazione, offre un’identificazione corretta delle diverse specie di parassiti del legno, grazie alla competenza dei suoi tecnici esperti. Se desideri maggiori informazioni sulle nostre operazioni di disinfestazione, ti invito a dare un’occhiata a questo articolo.

 

Quando pensiamo alle formiche o alle termiti, ci vengono in mente piccoli insetti senza ali che costruiscono grandi e complessi nidi, in cui lavorano in perfetta sincronia. Eppure, esemplari alati sono presenti sia nelle formiche che nelle termiti. Formiche alate e termiti alate rivestono un ruolo molto importante nella riproduzione di questi insetti. Ad un primo sguardo, un osservatore inesperto potrebbe confondere le formiche alate con le termiti alate, data la loro somiglianza, anche in termini di dimensioni. Molte persone possono scambiare le formiche alate per termiti alate destando preoccupazione, perché le termiti possono risultare distruttive per le strutture in legno.

Questo perché le termiti si nutrono di legno, e le loro infestazioni possono rappresentare un pericolo per le case e per mobili ed infissi. Le formiche, invece, seppur in grado di attuare infestazioni, provocano danni decisamente minori. Un esame più attento di tali insetti, tuttavia, rivela alcune differenze significative, utili a distinguere le formiche alate dalle termiti alate. Vediamo in questo articolo quali sono le differenze tra le formiche alate e le termiti alate, per imparare a riconoscerle e a distinguerle tra loro.

 

 

Caratteristiche delle formiche

Le formiche sono tra gli insetti più familiari e più comuni da incontrare. Si trovano in quasi tutti gli ambienti, sia naturali che urbani. Le formiche presentano una colorazione generalmente nera e sono insetti di piccole dimensioni. Dispongono di potenti mandibole e si nutrono di altri insetti ed artropodi, semi e melata, una sostanza zuccherina prodotta dagli afidi. Sono strettamente imparentate con api, vespe e calabroni. Per questa ragione, sono infatti incluse nell’ordine degli imenotteri. Le formiche sono insetti eusociali, ossia presentano il livello più avanzato di organizzazione sociale noto. Vivono infatti in colonie altamente organizzate, note come formicai, che possono ospitare da 20.000 a 100.000 individui a seconda della specie e che vengono costruiti nel terreno o sugli alberi.

La società delle formiche è caratterizzata da una netta suddivisione in caste: una regina fertile depone le uova, mentre le operaie sterili si occupano di costruire e mantenere il formicaio, allevare i piccoli e procacciare il cibo.  Alcuni individui alati, maschi e femmine, partecipano al volo nuziale, durante il quale avviene la riproduzione e la fondazione di nuove colonie. Attualmente, sono note circa 15.700 specie di formiche, di cui 244 presenti in Italia, con 34 specie endemiche (ovvero che si trovano solamente nel nostro Paese). Tra le specie più comuni che Biosistemi incontra durante le procedure di disinfestazione figurano i generi Crematogaster e Lasius

Caratteristiche delle termiti

Le termiti sono sicuramente meno note rispetto alle formiche, in quanto sono meno comuni. Come queste ultime, le termiti sono insetti eusociali noti per la loro abilità nel costruire imponenti strutture chiamate termitai, in cui vivono in colonie altamente organizzate. Generalmente di colore biancastro o marrone chiaro, le termiti sono insetti di piccole dimensioni e si distinguono per il corpo morbido e la testa dotata di robuste mandibole, utilizzate per masticare il legno e altri materiali vegetali. Le termiti sono infatti insetti xilofagi, ovvero si nutrono di legno e materiali ricchi di cellulosa, grazie alla simbiosi con batteri e protozoi presenti nel loro intestino, che li aiutano a digerire queste sostanze.

Le abitudini alimentari delle termiti le rende pericolose per le case e per le strutture in legno. Le termiti, come le formiche, hanno una società composta da caste ben definite, simili a quelle precedentemente descritte per le formiche. Le termiti non sono imenotteri come le formiche, ma appartengono al gruppo degli isotteri, evolutivamente vicino agli scarafaggi.  Sono 3.000 le specie di termiti conosciute in tutto il mondo, con la maggiore diversità concentrata nelle aree tropicali.

In Italia sono presenti poche specie, appartenenti ai generi Kalotermes e Reticulitermes. Anche se possono causare gravi danni alle strutture in legno, le termiti svolgono un ruolo cruciale negli ecosistemi, accelerando il processo di decomposizione e riciclando sostanze organiche nel suolo.

Quando compaiono formiche e termiti alate?

Sia le formiche alate che le termiti alate compaiono durante un processo chiamato sciamatura. Durante la sciamatura, maschi e femmine alate di questi insetti escono dal nido della propria colonia e compiono il cosiddetto volo nuziale, dove le future regine si accoppiano con maschi in volo. Nelle termiti alate la sciamatura avviene in primavera, mente le formiche alate sciamano in estate. Una volta completato l’accoppiamento, la regina fecondata è pronta a fondare una nuova colonia.

Per farlo, si stacca le ali ed inizia a scavare in un punto favorevole, dove darà luce ad individui appartenenti alle varie caste e dove quindi sorgerà un nuovo formicaio. Nelle formiche i maschi muoiono poco dopo l’accoppiamento, mentre nelle termiti il maschio che si è accoppiato diventa re e fonda la colonia insieme alla regina.

Nel nostro Paese, essendo le formiche molto più comuni delle termiti, si osservano molto più spesso le sciamature delle formiche. Una colonia di formiche ben consolidata può produrre centinaia di formiche alate. Inoltre, tutte le colonie della stessa specie in una determinata area producono formiche alate contemporaneamente.

 

Differenze e confronto tra formiche alate e termiti alate

Ora che abbiamo visto insieme le caratteristiche delle formiche e delle termiti, e che abbiamo compreso il fenomeno della sciamatura, vediamo come riconoscere e distinguerle nel pratico.

Le formiche alate hanno generalmente una colorazione nera o marrone scuro, mentre le termiti alate sono generalmente di colore biancastro, beige, o marrone chiaro. Questo non è vero però per le specie italiane di termiti, dove i maschi sono di colore nero, come nelle Reticulitermes, o marrone, come nelle Kalotermes. Il colore non è dunque un buon carattere per distinguere le formiche alate dalle termiti alate.

Vediamo di seguito dei caratteri utili per distinguere le formiche alate dalle termiti alate:

  • Ali: questo carattere è forse il più importante per distinguere le formiche alate dalle termiti alate. Le formiche alate dispongono di due paia di ali diversi tra loro, con le ali anteriori più grandi di quelle posteriori. Sia le ali anteriori che posteriori delle formiche alate sono caratterizzate da poche nervature. Le termiti alate, invece, hanno le ali anteriori e posteriori di uguale grandezza. Le ali delle termiti alate sono inoltre caratterizzate da un numero maggiore di nervature rispetto a quelle delle formiche alate.
  • Forma dell’addome: nelle formiche alate si distinguono bene i tre segmenti del corpo, ovvero capo, torace e addome. il torace e l’addome globoso delle formiche alate sono collegati da una struttura detta peziolo. Le termiti alate mancano di questa struttura, infatti se osservate superficialmente sembrano avere solamente due segmenti.
  • Antenne: le antenne delle formiche alate possono piegarsi a mo’ di gomito. Le antenne delle termiti alate, invece, sono completamente dritte.

E’ importante notare che la forma dell’addome e le antenne sono uguali tra le forme alate e non alate di formiche e termiti.

Immagine di termite alata in bianco e nero

Immagine di una formica alata in bianco e nero

Conclusioni

In questo articolo abbiamo esaminato le caratteristiche delle formiche e delle termiti e abbiamo compreso il fenomeno della sciamatura delle forme alate. Abbiamo poi passato in rassegna le caratteristiche utili a distinguere le formiche alate dalle termiti alate.

Per i servizi di disinfestazione, Biosistemi si avvale solo di tecnici esperti, in gradi di fornire una corretta identificazione delle varie specie di formiche. Essere in grado di distinguere le formiche alate dalle termiti alate è determinante per pianificare il miglior intervento di disinfestazione.

Biosistemi si avvale di un servizio di identificazione tramite DNA barcoding , che permette un riconoscimento sicuro degli insetti a livello di specie. Riconoscere correttamente le varie specie di insetti permette un approccio sostenibile, efficace e sicuro dal punto di vista igienico-sanitario.  Il servizio di DNA barcoding risulta particolarmente utile per le termiti, poiché la dimensione della popolazione varia tra le specie e può influire sull’approccio al trattamento.

 

Dalla metà degli anni 2010, il ragno violino ha ricevuto un’attenzione mediatica sempre crescente durante il periodo estivo, a seguito di una serie di presunti morsi che hanno suscitato preoccupazione in diverse regioni d’Italia. Sebbene si tratti di una specie nativa del bacino del Mediterraneo e, quindi, da sempre presente sul territorio italiano, la notorietà di questo ragno è aumentata ultimamente a causa dei possibili effetti del suo morso, talvolta associati a lesioni necrotizzanti e a gravi reazioni cutanee. La percezione del rischio nei confronti del ragno violino è stata ulteriormente amplificata da notizie di cronaca che hanno riportato casi di morsi ritenuti letali per alcune persone. In realtà, anche se il veleno del ragno violino è considerato di rilevanza medica, l’entità e la frequenza degli incidenti gravi sono spesso esagerate rispetto alla reale pericolosità della specie.

È quindi corretto parlare di una “emergenza ragno violino”?

In questo articolo presentiamo le caratteristiche biologiche ed ecologiche del ragno violino e discutiamo la sua rilevanza sanitaria. Questo lavoro intende fornire una guida che raccolga evidenze scientifiche sul ragno violino e si propone come una risorsa per comprenderne le caratteristiche.

 

 

Classificazione scientifica

Il ragno violino è noto nella letteratura scientifica con il nome di Loxosceles rufescens. Appartiene alla famiglia Sicariidae (latino sicarium=sicario), le cui 176 specie sono dotate di un veleno di rilevanza medica, il quale è probabilmente all’origine del nome di tale famiglia. Il ragno violino viene descritto formalmente dal medico e naturalista francese Jean-Marie Léon Dufour (1780 – 1865) nel 1820, dopo aver raccolto degli esemplari nei dintorni di Valencia, in Spagna.

Disegni di Jean-Marie Léon Dufour tratti dalla pubblicazione in cui il ragno violino (nel cerchio azzurro) è stato descritto nel 1820. Immagine presa e modificata da Dufour, 1820.

Disegni di Jean-Marie Léon Dufour tratti dalla pubblicazione in cui il ragno violino (nel cerchio azzurro) è stato descritto nel 1820. Immagine presa e modificata da Dufour, 1820.

La specie è segnalata nel nostro Paese già nel 1868 nell’opera “Araneidi italiani” pubblicata da Giovanni Canestrini e Pietro Pavesi. Nella pubblicazione, il ragno violino viene segnalato a Napoli.

 

Caratteristiche fisiche e riconoscimento

Il ragno violino è un ragno dalle medie dimensioni e raggiunge i 7-8 mm di lunghezza del corpo, che è di colorazione marrone. Le zampe sono lunghe e snelle. Il ragno violino dispone di 6 occhi, disposti in tre caratteristiche coppie. La maggior parte dei ragni ha, invece, 8 occhi.

Il nome comune di questo ragno deriva da una macchia scura situata sul cefalotorace, che ricorda vagamente la forma di un violino. Questa caratteristica è comune a tutte le specie del genere Loxosceles, che ammontano a 147, i cui rappresentanti sono noti tutti come “ragni violino”. Il nome comune della specie presente in Italia è dunque ragno violino mediterraneo. Per semplicità, nel presente articolo, continueremo a riferirci a questa specie con il nome di “ragno violino”. Sia il numero di occhi che la presenza della macchia a forma di violino sono citati come elementi utili per il riconoscimento del ragno violino. Tuttavia, questi caratteri non sono esclusivi di tale specie.

Esemplari adulti di ragno violino. La caratteristica forma di violino che conferisce il nome comune a questa specie è indicata dalla freccia. La femmina è riportata in (A), mentre il maschio in (B). Immagine presa e modificata da Nentwig et al., 2017.

Esemplari adulti di ragno violino. La caratteristica forma di violino che conferisce il nome comune a questa specie è indicata dalla freccia. La femmina è riportata in (A), mentre il maschio in (B). Immagine presa e modificata da Nentwig et al., 2017.

Esemplare di ragno violino recuperato in un appartamento a Milano. I 6 occhi sono cerchiati in (A) ed evidenziati in (B). Foto di Alessandro Alvaro.

Esemplare di ragno violino recuperato in un appartamento a Milano. I 6 occhi sono cerchiati in (A) ed evidenziati in (B). Foto di Alessandro Alvaro.

Per questo motivo, in caso di incontro con un ragno che si ritiene essere simile al ragno violino, si raccomanda di spedirlo, anche morto, ad un esperto qualificato in grado di riconoscerlo.

Distribuzione geografica

Il ragno violino si è evoluto nel bacino del Mediterraneo più di 5000 anni fa, e ha colonizzato naturalmente alcuni territori temperati dell’Asia occidentale. Il ragno violino costituisce una specie autoctona (ovvero nativa) in Portogallo, Spagna, Francia (sud del Paese), Italia, Croazia, Grecia, Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Siria, Turchia, Iran, Afghanistan, Turkmenistan, Arabia Saudita (nord del Paese), Iraq (nord del Paese), Kazakistan (nord del Paese), e Uzbekistan (ovest del Paese).

Distribuzione globale del ragno violino. Immagine presa e modificata da Nentwig et al., 2017.

Distribuzione globale del ragno violino. Immagine presa e modificata da Nentwig et al., 2017.

L’areale nativo della specie è quindi delimitato a sud dai deserti africani e del Vicino Oriente, e a est dalle alte catene montuose del Tien Shan, del Pamir e del Karakorum. A partire dal proprio areale nativo, il ragno violino si è diffuso in tutti i continenti (tranne che in America del sud) sfruttando le attività umane, come ad esempio il trasporto delle merci.

Biologia, ecologia, ed habitat

Ragno violino osservato nel proprio habitat naturale, sotto una corteccia (A), e in ambito sinantropico, tra dei panni (B). Foto (A) di Eleftherios Katsillis; Foto (B) presa da aracnofilia.org.

Ragno violino osservato nel proprio habitat naturale, sotto una corteccia (A), e in ambito sinantropico, tra dei panni (B). Foto (A) di Eleftherios Katsillis; Foto (B) presa da aracnofilia.org.

Il ragno violino si può rinvenire in una grande varietà di habitat, sia selvatici che sinantropici (ovvero in associazione agli esseri umani). In natura, il ragno violino predilige ambienti di macchia mediterranea e zone simil-steppiche con vegetazione sparsa. È possibile trovarlo anche in aree montagnose, ma preferibilmente a bassa altitudine. In questi habitat, si rifugia sotto rocce, nella corteccia degli alberi e in fessure, dove può trovare riparo e un ambiente idoneo alla sua sopravvivenza. E’ invece assente nei deserti. 

In habitat di origine antropica il ragno può essere presente in frutteti, giardini, e discariche. In ambito cittadino, si può rinvenire all’interno di abitazioni, dove abita locali bui e poco disturbati quali sottotetti, cantine, solai, locali tecnici, locali adibiti allo stoccaggio della spazzatura, retro del mobilio, e fessure di muri. Inoltre può nascondersi sotto cartoni, scatole, e sotto o all’interno di indumenti e ciabatte lasciati a terra e immobili per lunghi periodi. L’utilizzo del vestiario come rifugio rappresenta il principale fattore di rischio per le morsicature, poiché il ragno morde solo se si sente minacciato o viene accidentalmente schiacciato. La maggior parte degli incidenti avviene proprio in queste circostanze, quando la persona non si accorge della sua presenza e lo comprime involontariamente.

Il ragno violino è un animale schivo, timido e per nulla aggressivo, che tende a rimanere vicino al proprio rifugio. È un aracnide notturno, che di giorno resta nascosto nel suo riparo e si rende attivo di notte per procacciarsi il cibo. Questo aspetto della biologia di tale specie è all’origine del secondo nome comune dei ragni violino, ovvero “ragni eremita” (in inglese “recluse spiders”). Il ragno violino, dunque (come del resto tutti i ragni), non cerca attivamente l’uomo per effettuare morsicature intenzionali. I ragni non sono infatti né predatori né parassiti degli esseri umani, e i morsi si verificano in circostanze eccezionali, dove il ragno percepisce un estremo pericolo per la propria sicurezza e non può né fuggire né nascondersi.

Il ragno violino è un ragno polifago, che si nutre in maniera opportunistica di diversi artropodi. Tesse una ragnatela di forma irregolare che utilizza sia come rifugio che come trappola per le proprie prede. La ragnatela consiste di uno specifico tipo di seta ed è stata definita come “appiccicosa”. Questa caratteristica rappresenta un vantaggio in quanto permette al ragno di intrappolare con maggior successo le prede, che sono presenti in basso numero negli ambienti che abita. Il ragno è anche in grado di catturare le proprie prede attivamente mentre cammina, durante la propria attività notturna. La dieta del ragno violino è stata poco studiata, ed è riportato che, in ambiente sinantropico, questo ragno si nutra di  insetti come formiche, termiti, blatte e pesciolini d’argento. Il ragno violino è in grado di rimanere immobile per lunghi periodi e può sopravvivere senza acqua o cibo per un intervallo che va da 3 a 5 mesi. Queste caratteristiche sono adattamenti all’ambiente in cui il ragno è naturalmente presente, che gli hanno inoltre permesso di colonizzare passivamente altre aree del pianeta di cui non è nativo, sopravvivendo anche a lunghi spostamenti.

In Italia, il ragno violino è presente, nelle regioni del centro-sud e nelle isole, sia in ambienti naturali che in contesti sinantropici. Nelle regioni del nord, invece, la specie non è mai stata rilevata in habitat naturali. E’ praticamente assente lungo l’arco alpino, mentre in Pianura Padana è presente solo nelle aree urbane, dove è stato verosimilmente introdotto passivamente in conseguenza dell’attività umana.

Veleno e aspetti sanitari

Precisiamo subito che non esistono casi accertati di morsi di ragno violino che abbiano provocato la morte di persone e che, nella maggior parte dei casi, i morsi di questo ragno causano effetti più lievi rispetto a quelli comunemente ed erroneamente attribuiti alla specie. In ogni caso, il veleno del ragno violino è considerato di rilevanza medica per l’uomo. Il veleno del ragno violino è caratterizzato dalla presenza di un enzima chiamato “sfingomielinasi D”, presente unicamente nei veleni dei ragni della famiglia Sicariidae e in alcuni microrganismi. Questo enzima idrolizza la sfingomielina contenuta nelle membrane cellulari, causandone la distruzione. La pelle umana è particolarmente sensibile a questo composto, e il veleno del ragno violino, una volta inoculato tramite morso, può provocare, in una piccola minoranza di casi, lesioni necrotiche cutanee e ulcerazioni. La condizione medica che caratterizza gli effetti di un morso di ragno violino è definita “loxoscelismo”.

La forma più comune di loxoscelismo è quella cutanea, mentre sono più rare le manifestazioni sistemiche che caratterizzano invece la forma di loxoscelismo più grave, detta viscerocutanea. Il morso di ragno violino è solitamente indolore. Tuttavia, nelle ore successive, il dolore emerge come uno dei primi sintomi più frequenti, spesso accompagnato da eritemi e sensazioni di prurito, bruciore e formicolio. In alcuni casi, si può assistere a necrosi e ulcerazioni nel corso delle 48-72 ore successive. Nei casi più gravi si possono manifestare anche sintomi sistemici (febbre fino a 39°, nausea, brividi, mialgia diffusa e astenia). Di norma, la ferita guarisce nell’arco di alcune settimane; tuttavia, in rari casi più gravi, la necrosi può estendersi a tessuti più profondi e richiedere interventi chirurgici minori. Possiamo affermare che la maggior parte dei morsi di ragno violino provoca, tuttavia, solo effetti lievi, come arrossamento, gonfiore e dolore nell’area interessata, accompagnati, eventualmente, da una piccola lesione cutanea che tende a rimarginarsi con difficoltà.

Progressione degli effetti di un morso verificato di ragno violino sul lato destro del tronco di una persona (indicata con numero di giorni post morso). Foto presa e modificata da Shahi et al., 2014.

Progressione degli effetti di un morso verificato di ragno violino sul lato destro del tronco di una persona (indicata con numero di giorni post morso). Foto presa e modificata da Shahi et al., 2014.

Per attribuire con certezza un morso ad un ragno violino, devono essere soddisfatti tutti i seguenti criteri:

  1. il ragno deve essere osservato mentre morde;
  2. il ragno deve essere catturato durante il morso o immediatamente dopo;
  3. il ragno deve essere identificato da un esperto qualificato;
  4. l’eventuale morso del ragno deve provocare sintomi tipicamente associati alla specie.

 

In caso di un morso accertato da parte di un ragno, è fondamentale conservare il ragno, anche se morto. Il ragno deve essere identificato da un esperto qualificato. I ragni infatti sono identificabili a livello specifico solamente da specialisti, tramite l’osservazione di caratteristiche morfologiche peculiari che differiscono tra le varie specie, come ad esempio le strutture genitali. Un’identificazione sicura a livello di specie non è possibile nemmeno con una fotografia a disposizione. E’ sempre consigliabile consultare un Centro Antiveleni, dove esperti specializzati sono pronti ad assistere la cittadinanza. Nel nord Italia, operano il Centro Antiveleni di Pavia e quello dell’ospedale Niguarda di Milano.

Il verificarsi di un quadro clinico compatibile con il loxoscelismo non è sufficiente a confermare con certezza che la causa sia un morso di ragno violino.  Diverse lesioni compatibili con gli effetti del loxoscelismo sono comuni anche ad altre condizioni mediche, come infezioni batteriche (ad esempio da Staphylococcus e Streptococcus), virali e fungine. Desideriamo inoltre sottolineare che attualmente non è disponibile sul mercato e non è utilizzato nella pratica clinica alcun test o esame dignostico in grado di accertare se un morso sia stato causato effettivamente da un ragno violino o meno.

In nessuno dei casi di decesso riportati dai media come conseguenza di un morso di ragno violino è stato rinvenuto il ragno. Inoltre, nei casi riportati dai media, mortali e non, le circostanze in cui i morsi si sarebbero ipoteticamente verificati sono difficilmente in accordo alla biologia e all’ecologia del ragno. Infatti, i morsi si sarebbero verificati, ad esempio, durante il lavoro nei campi o sotto la doccia. In una revisione condotta da Nentwig e colleghi su 112 presunti casi di morso di ragno pubblicati su riviste scientifiche, è infatti emerso che solo in 12 casi, corrispondenti all’11%, è stato possibile accertare un effettivo morso di ragno violino. Questi casi confermati presentavano sintomi di loxoscelismo, ma si sono risolti senza complicazioni nel giro di poche settimane grazie a un trattamento medico.

Possiamo quindi affermare con certezza che il ragno violino non rappresenta assolutamente un’emergenza sanitaria nel nostro Paese. La specie è storicamente presente sul territorio e i morsi con conseguenze gravi sono estremamente rari. Tuttavia, si tratta di un ragno potenzialmente pericoloso, il cui veleno è di importanza medica per gli esseri umani. In caso di ritrovamento di un ragno violino all’interno della propria abitazione, è consigliabile contattare dei professionisti di pest control.

Conclusioni

Sulla base dei dati e delle evidenze scientifiche a disposizione, alcune delle quali presentate in questo articolo, si può affermare con certezza che il ragno violino non costituisca alcuna emergenza sanitaria nel nostro Paese. Il ragno violino è originario del bacino del Mediterraneo e fa quindi parte della fauna autoctona italiana. Non si tratta, dunque, di una specie esotica o importata da aree tropicali, ma di un componente storico della fauna del nostro Paese. Non sono documentati casi accertati in cui un morso di ragno violino abbia causato la morte di una persona. In ogni caso è sempre bene non sottovalutare una sua eventuale infestazione, per ridurre al mimino i rischi (già comunque bassi come detto in precedenza) legati alla presenza del ragno violino nelle nostre abitazioni, in quanto il ragno violino dispone di un veleno di rilevanza medica.

 

Per la stesura del presente lavoro sono state utilizzate informazioni ottenute dalle seguenti fonti:

-Dufour, L. (1820c). Descriptions de cinq arachnides nouvelles. Annales Générales des Sciences Physiques 5: 198-209.

-Fischer, M.L., Vasconcellos-Neto, J., Gonzaga dos Santos Neto, L., 2006. The prey and

predators of Loxosceles intermedia mello-leitao 1934 (araneae, sicariidae).

  1. Arachnol. 34, 485e488.

-Greene, A., Breisch, N.L., Boardman, T.J., Pagac, B.B., Kunickis, E.J., Howes, R.K., & Brown, P. (2009). The Mediterranean Recluse Spider, Loxosceles rufescens (Dufour): An Abundant but Cryptic Inhabitant of Deep Infrastructure in the Washington, D.C. Area (Arachnida: Araneae: Sicariidae). American Entomologist, 55, 158-169.

Nentwig, W., Pantini, P., & Vetter, R. S. (2017). Distribution and medical aspects of Loxosceles rufescens, one of the most invasive spiders of the world (Araneae: Sicariidae). Toxicon : official journal of the International Society on Toxinology, 132, 19–28. https://doi.org/10.1016/j.toxicon.2017.04.007

-Planas, E., Saupe, E., Lima-Ribeiro, M.S., Townsend Peterson, A., Ribera, C., 2014.

Ecological niche and phylogeography elucidate complex biogeographic patterns

in Loxosceles rufescens (Araneae, Sicariidae) in the Mediterranean Basin. BMC

Evol. Biol. 14, 195.

-Shahi, M., Shahi, A., Khademi, Z., Zamani, A.R., Nakhaii, A.R., Rafinejad, J., 2014.

Loxoscelism: a case report from Bandas Abbas in south of Iran. Hormozgan

Med. J. 18, 467e473.

-World Spider Catalog Version 25.5, https://wsc.nmbe.ch/

Per approfondimenti consigliamo la lettura dei seguenti articoli: 

-Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe)

https://www.izsvenezie.it/ragno-violino-come-riconoscerlo-prevenzione/

-Associazione Nazionale delle Imprese di Disinfestazione – A.N.I.D.

https://www.disinfestazione.org/le-precisazioni-di-anid-sul-ragno-violino-dopo-le-recenti-notizie-di-cronaca/

-Centro Antiveleni di Pavia

http://www-9.unipv.it/reumatologia-tossicologia/cav/index.php?c=2&op=9

-Museo Civico di Scienze Naturali Enrico Caffi di Bergamo

https://www.museoscienzebergamo.it/ricerca/ragni/il-ragno-violino/

Gli scarafaggi in casa rappresentano un problema comune e fastidioso, capace di creare disagio e preoccupazione tra i residenti. Conoscere dove potrebbe nascondersi uno scarafaggio e da dove arrivano è fondamentale per prevenire e affrontare efficacemente un’infestazione. In questo articolo, esploreremo i principali nascondigli degli scarafaggi (noti anche come blatte), le cause della loro presenza, come capire se ci sono scarafaggi in casa e cosa fare se si trova uno scarafaggio.

 

 

Dove potrebbero essere gli scarafaggi in casa?

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Gli scarafaggi, noti anche come blatte, sono insetti notturni che preferiscono ambienti caldi e umidi. La loro presenza in casa non solo è sgradevole, ma può anche rappresentare un rischio per la salute, poiché sono portatrici di germi e batteri. Per questo motivo, è essenziale sapere come capire se ci sono scarafaggi in casa e quali sono le cause della loro presenza.

Controllare la cucina e gli spazi consigliati, aiuta a prevenire eventuali infestazioni da scarafaggi

Gli scarafaggi in casa tendono a nascondersi in luoghi caldi, umidi e bui, dove trovano cibo e riparo. Tra i nascondigli più comuni troviamo:

  • Cucina: Gli elettrodomestici come il forno, il frigorifero e la lavastoviglie offrono calore e umidità, creando l’ambiente ideale per gli scarafaggi. Anche gli armadietti e gli spazi dietro i mobili della cucina sono spesso scelti da questi insetti;
  • Bagno: Gli scarichi del bagno, gli spazi dietro il lavandino e sotto la vasca da bagno sono luoghi perfetti per gli scarafaggi, grazie all’umidità costante;
  • Cantina e soffitta: Questi spazi di solito poco frequentati e con scarsa ventilazione possono diventare rifugi ideali per gli scarafaggi, proprio a causa della poca pulizia.

Mantenere un’ottima pulizia degli ambienti domestici può ridurre notevolmente il rischio di presenza di scarafaggi nelle proprie abitazioni. 

Gli scarafaggi in casa da dove arrivano?

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Rispondere alla domanda “gli scarafaggi in casa da dove arrivano?” è cruciale per prevenire future infestazioni. Alcune delle principali vie di ingresso da cui arrivano possono essere imballaggi e alimenti, dove possono introdursi tramite scatole di cartone, sacchetti della spesa e imballaggi di cibo contaminati. Consigliamo sempre di controllare gli imballaggi prima di portarli a casa o subito dopo averli aperti.

Ecco alcuni esempi:

La Blatella germanica è spesso trovata in ambienti caldi e umidi, come cucine e bagni. Può nascondersi dietro elettrodomestici, dentro mobili e dietro le pareti, specialmente vicino a fonti di calore e umidità. Prestare particolare attenzione agli angoli delle cucine, ai cassetti e agli armadietti, così come alle aree dietro il frigorifero e la lavastoviglie.

Invece la Blatta orientalis, invece, preferisce ambienti freschi e umidi come scantinati, cantine e aree vicine a impianti idraulici. Può essere trovata nei garage, nei vani tecnici e nei bagni, spesso vicino a perdite d’acqua e scarichi.

Oltre agli imballaggi, altre vie come tubi, scarichi, fessure e crepe sono vie utili a permettere agli scarafaggi di trovare un facile accesso agli ambienti domestici. Le piccole aperture nei muri non sono da escludere, come anche fessure nei pavimenti e nelle finestre che offrono una via d’accesso ideale per gli scarafaggi.

Se si è interessati a conoscere meglio questi infestanti vi consigliamo di leggere il nostro articolo riguardante gli scarafaggi clicca qui. Attenzione anche ai beni di seconda mano: mobili, elettrodomestici e altri articoli usati possono essere infestati da scarafaggi e rappresentare un rischio quando portati in casa.

 

Come capire se ci sono scarafaggi in casa?

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Riconoscere i segnali di un’infestazione di scarafaggi è fondamentale per intervenire tempestivamente. Per gli scarafaggi in casa cause, suggeriamo questi indizi e possibili indicazioni:

  • Escrementi: Piccoli granelli scuri simili a caffè macinato possono essere trovati vicino a fonti di cibo e in aree nascoste;
  • Odore sgradevole: Un forte odore di muffa può indicare la presenza di un numero elevato di scarafaggi;
  • Uova e gusci: Gli scarafaggi depongono le uova in contenitori chiamati ooteche, che possono essere trovati in crepe e fessure;
  • Scarafaggi vive o morte: La presenza di scarafaggi, sia vive che morte, è il segnale più evidente di un’infestazione.

Controllare periodicamente le zone più a rischio infestazione della casa può garantire di non riscontrare un’infestazione di scarafaggi quando ormai fuori controllo.

Cosa fare se si trova uno scarafaggio in casa?

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“Ho trovato uno scarafaggio in casa, cosa posso fare?”. Se si trova uno scarafaggio in casa, è importante agire rapidamente per evitare una diffusione dell’infestazione. Alcuni consigli da seguire possono essere effettuare una pulizia approfondita rimuovendo fonti di cibo e acqua, e pulire accuratamente le aree infestate, inoltre consigliamo di sigillare fessure e crepe per bloccare le vie di accesso sigillando tutte le aperture nei muri, nei pavimenti e intorno alle finestre.

Nel caso in cui l’infestazione fosse in uno stato iniziale o in uno stato avanzato consigliamo di contattare degli specialisti e tecnici della disinfestazione, così da eseguire degli interventi mirati di disinfestazione scarafaggi. Alla domanda “cosa fare se si trova uno scarafaggio in casa?” consigliamo di intervenire contattando un’azienda di disinfestazione specializzata e procedere con un servizio di disinfestazione scarafaggi. Gli scarafaggi risultano molto difficili da debellare se non si hanno le attrezzature corrette e le conoscenze tecniche di un disinfestatore professionale.

Un’azienda di disinfestazione professionale saprà come gestire l’infestazione e mitigare il rischio di proliferazione di scarafaggi in casa.

Conclusione

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Gli scarafaggi in casa possono causare disagio e problemi di salute, ma con una corretta conoscenza dei loro nascondigli e delle vie di ingresso, è possibile prevenire e gestire un’infestazione. Ricordate sempre di mantenere un ambiente pulito, sigillare tutte le possibili vie di accesso e intervenire prontamente ai primi segnali di presenza. 

Per un intervento efficace e professionale, non esitate a contattare Biosistemi srl, il vostro partner di fiducia nella lotta contro le infestazioni domestiche.

Gli insetti infestanti rappresentano uno dei pericoli maggiori per l’industria alimentare. Questi possono infatti influenzare negativamente la quantità e la qualità delle derrate alimentari. Infatti, si stima che gli insetti infestanti le derrate prodotte dall’industria alimentare possano causare perdite corrispondenti al 40% del prodotto. Oltre 100 milioni di tonnellate di cereali sono perse ogni anno.

Questi insetti danneggiano i prodotti dell’industria alimentare in modo diretto o indiretto. Il danni diretti sono rappresentati dall’attività alimentare degli insetti, che consumano attivamente i prodotti dell’industria alimentare. I danni indiretti sono dovuti all’azione di muffe, che si sviluppano in seguito al surriscaldamento dei prodotti dovuto all’attività degli insetti. Queste muffe possono produrre composti tossici sia per gli esseri umani che per gli animali.

Il monitoraggio di questi parassiti, anche chiamato pest control, riveste quindi una grande importanza per prevenire perdite nell’ambito dell’industria alimentare. Esistono circa 300 specie di insetti che possono danneggiare le derrate alimentari. Circa una ventina di specie è responsabile dei danni più importanti. Nell’articolo di oggi ci focalizzeremo su tre generi di insetti importanti nell’industria alimentare, ovvero Lasioderma, Sitophilus e Oryzaephilus, tutti appartenenti al gruppo dei coleotteri. 

 

 

Tarlo del tabacco – Lasioderma serricorne

Come si evince dal nome comune di questo insetto, il tarlo del tabacco attacca proprio prodotti derivati da tale pianta. Inoltre, può infestare semi di cereali, frutta secca, e farine. Diffuso principalmente nelle regioni tropicali, Lasioderma serricorne è un piccolo coleottero di 2-4 mm e di colore che va dal giallastro al marrone. 

Esemplare adulto di Lasioderma serricorne. Foto presa da: https://www.pestec.com/cigarette-beetle-ipm-plan

Ha una forma ovale allungata ed è ricoperto da una peluria chiara. Il tarlo del tabacco è provvisto di un torace molto sviluppato, che ne nasconde quasi totalmente la testa. Le larve scavano gallerie all’interno del substrato alimentare, che utilizzano per nutrirsi ed impuparsi. Gli adulti di tarlo del tabacco non si alimentano. I danni diretti ai prodotti dell’industria alimentare sono causati dalle larve, mentre gli adulti possono danneggiare indirettamente i prodotti dell’industria alimentare forando gli imballaggi quando cercando di uscirne.

Punteruoli – genere Sitophilus

Gli insetti noti come punteruoli sono chiamati così perché posseggono una struttura simile ad una proboscide che parte dalla testa. Questa struttura è detta rostro, e porta sulla parte terminale l’apparato boccale di questi insetti, che è di tipo masticatore. Grazie al rostro, questi insetti sono in grado di alimentarsi su svariati tipi di materiale vegetale. Sono in grado inoltre di scavare buchi e fori all’interno, ad esempio, di semi, per deporre le proprie uova.

Esemplare adulto di Sitophilus oryzae – Foto presa da: https://pictureinsect.com/it/wiki/Sitophilus_oryzae.html

Esemplare adulto di Sitophilus granarius – Foto presa da: https://cassidae.uni.wroc.pl/Colpolon/sitophilus%20granarius.htm

Le due specie che rivestono maggiore interesse per l’industria alimentare sono il punteruolo del grano, noto scientificamente come Sitophilus granarius, e il punteruolo del riso, noto invece come Sitophilus oryzae. Entrambe le specie appartengono alla famiglia Dryophthoridae. Questi insetti sono di piccole dimensioni (2-4 mm) e di colore nero e bruno-rossastro. Si rinvengono in tutto il mondo, principalmente nelle regioni temperate.

Le due specie condividono un ciclo vitale simile, ma differiscono per i cereali che infestano, suggeriti dal loro nome scientifico. Il punteruolo del grano è infatti un infestante di frumento, orzo, mais, grano saraceno, avena, segale e miglio. Il punteruolo del riso attacca invece il riso, ma infesta anche grano, orzo e i loro derivati. Le femmine di punteruolo del grano e di punteruolo del riso individuano una cariosside e ci scavano un foro utilizzando il rostro. Depongono poi le uova, e sigillano il foro utilizzando la rosura e impastandola con la propria saliva. Dopo 6-10 giorni schiudono le larve, che si nutrono quindi dell’endosperma delle cariossidi, all’interno di cui poi si impupano in seguito ad un periodo di 4-16 settimane a seconda della specie. L’adulto emerge dopo 1-3 mesi e vive per 9-12 mesi.

I punteruoli causano danni diretti ai prodotti dell’industria alimentare, consumando le cariossidi dei cereali. Causano inoltre danni indiretti depositando feci nelle derrate. Per questo motivo un’infestazione da punteruoli può rappresentare anche un rischio igienico-sanitario. Gli adulti inoltre possono perforare gli imballaggi dei prodotti quando cercano di uscirne.

Se rinvenite un punteruolo del grano o un punteruolo del riso noterete sicuramente la protuberanza che parte dalla testa di questi animali. Magari vi ricorda una sorta di pungiglione e potreste chiedervi: “Il punteruolo del grano è pericoloso per l’uomo?” La risposta è assolutamente no. Il prolungamento che parte dalla testa è una struttura utilizzata per scavare un foro nelle cariossidi dei cereali in cui deporre le uova, e non rappresenta quindi alcun pericolo.

Silvanidi – Oryzaephilus

Questi coleotteri sono facilmente distinguibili dagli altri insetti che infestano i prodotti dell’industria alimentare per la forma del torace. Infatti, la prima parte di tale struttura (chiamata pronoto) mostra sui lati 6 sporgenze a punta ben evidenti. Inoltre il pronoto è caratterizzato da 3 creste. 

Esemplare adulto di Oryzaephilus surinamensis – Foto presa da https://dd-group.com/pest/sawtoothed-grain-beetle/?lang=en

Questi insetti appartengono alla famiglia Silvanidae e sono noti come “silvani” (singolare: silvano). Le due specie importanti nell’industria alimentare sono Oryzaephilus surinamensis e Oryzaephilus mercator. Gli adulti sono lunghi 3-4 mm e di colore marrone. Sono di forma allungata e compressi dorso-ventralmente. Le larve di Oryzaephilus surinamensis si nutrono di cereali e loro derivati mentre quelle di Oryzaephilus mercator attaccano frutta secca, noci e cioccolato.

Conclusioni sugli insetti nell’industria alimentare

Biosistemi, per i propri servizi di disinfestazione, è in grado di fornire una corretta identificazione delle varie specie insetti, grazie ai suoi tecnici esperti. Riuscire a distinguere tra loro gli insetti che si possono ritrovare nei prodotti dell’industria alimentare consente di valutare il bisogno di realizzare un intervento di disinfestazione. Questo permette un approccio sostenibile, efficace e sicuro dal punto di vista igienico-sanitario.

Abbiamo visto insieme in questo articolo le caratteristiche principali dei coleotteri dei generi Lasioderma, Sitophilus e Oryzaephilus. La corretta identificazione degli insetti infestanti per l’industria alimentare è cruciale per individuare i luoghi dove effettuare i trattamenti di disinfestazione e permettere così una risoluzione dell’infestazione. Se vuoi saperne di più sulle nostre attività di disinfestazione, puoi consultare questo articolo.

 

Referenze
Paolo Giannotti, Jessica Girardi, Rossella Bocchino, Stefano Bedini, Barbara Conti. Gli insetti infestanti il grano conservato: chiavi identificative semplificate e cenni di biologia

La presenza di uova di insetti all’interno di una casa o di un’attività commerciale potrebbe essere un cattivo segno. Infatti, trovare delle uova di insetti in casa potrebbe suggerire che un’infestazione potrebbe essere in arrivo o addirittura già in atto. Vediamo in questo articolo le caratteristiche delle uova degli insetti e quali sono le più comuni uova di insetti che si possono trovare in casa.

 

 

Caratteristiche generali delle uova di insetti

Le uova sono il primo stadio vitale nel ciclo vitale di tutti gli insetti. Infatti, in seguito all’accoppiamento, le femmine depongono delle uova, da cui schiuderanno i piccoli. In alcuni casi, le uova possono essere deposte dalle femmine anche in assenza di accoppiamento. In questi casi si parla di partenogenesi. I piccoli andranno incontro a diverse mute durante la propria esistenza, prima di raggiungere lo stadio adulto e potersi accoppiare. Il ciclo ricomincia così da capo.

Le uova degli insetti non hanno però tutte lo stesso aspetto e distinguerle può essere complicato. I tecnici di Biosistemi sono in grado di riconoscerle e di risalire alla specie di insetto che le ha deposte. Vediamo ora le uova di insetti più facilmente rinvenibili in casa.

Uova di blatte e scarafaggi

Gli scarafaggi depongono le uova all’interno di strutture chiamate ooteche. Ciascuna specie di scarafaggio dispone di un’ooteca caratteristica, che ospita un numero variabile di uova. Le ooteche sono costituite da proteine che si induriscono col tempo. Questo fa si che l’ooteca conferisca alle uova protezione da predatori, parassiti e microorganismi. Inoltre le ooteche isolano le uova dagli agenti climatici, evitano l’essiccamento in ambienti caldi e limitano l’umidità in ambienti umidi.

ooteche di scarafaggi

Ooteche di A) Scarafaggio nero, B) blatta fuochista, C) blatta americana, D) blatta dei mobili. – foto di James Kalisch, UNL Entomology – presa da “https://lancaster.unl.edu/pest/resources/cockroachmanagement.shtml”

Per saperne di più sulle blatte, consulta le schede sulla blatta americana, sulla blatta fuochista, sulla blatta dei mobili e sullo scarafaggio nero.

Uova di mosche

Le mosche sono forse tra gli insetti a cui siamo più abituati, e spesso dividiamo con essi i nostri spazi. Le uova di mosca sono lunghe 1 millimetro e sono bianche. Vengono deposte in gruppi di 100 circa su sostanza organica, rappresentata da avanzi di cibo, feci o carcasse di animali. Per evirare la deposizione delle uova di mosca, occorre effettuare operazioni di pulizia per non lasciare a disposizione di questi insetti la sostanza organica di cui hanno bisogno.

mosca che depone uova

Mosca che depone le proprie uova su della carne. – foto presa da “https://wheeliebincleaningservice.com/do-flies-lay-eggs-or-maggots/”

Per maggiori informazioni in merito alle mosche, leggi il nostro approfondimento in merito a questo insetto.

Uova di zanzara

Le zanzare sono insetti comunissimi, e le loro uova si possono facilmente rinvenire in casa. Le zanzare depongono le proprie uova nell’acqua. Le zanzare del genere Culex (come la zanzara comune) depongono le uova in caratteristiche “zattere” sul pelo dell’acqua. Quelle del genere Aedes (come la zanzara tigre), invece, depongono le proprie uova disposte singolarmente qualche millimetro al di sopra del pelo dell’acqua, in modo che queste vengano sommerse dopo poco tempo.

Uova di Culex pipiens

Uova di Culex pipiens e di Aedes japonicus. Foto prese rispettivamente da “https://entnemdept.ufl.edu/creatures/aquatic/culex_pipiens.html” e da “https://bugguide.net/node/view/64071”

I sottovasi delle piante sono tra i luoghi migliori per la deposizione delle uova delle zanzare. Per questo motivo, svuotare i sottovasi può essere un efficace metodo per rimuovere le uova delle zanzare. Per maggiori informazioni sulle zanzare, consulta la nostra guida sulle zanzare italiane.

Uova di ragni

Sebbene non siano insetti, anche i ragni depongono le uova da cui poi schiuderanno i piccoli. Le uova vengono deposte all’interno di sacchi ovigeri. In casa si possono rinvenire le uova dei ragni del genere Steatoda. Questi ragni tendono ad abitare in luoghi protetti come fessure o sotto i mobili. Delle semplici operazioni di pulizia sono sufficienti ad assicurare l’allontanamento di questi ragni dalle nostre case.

Femmina di Steatoda triangulosa con i suoi 3 ovisacchi.

Femmina di Steatoda triangulosa con i suoi 3 ovisacchi. – foto presa da “https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Steatoda_triangulosa_egg_sacs.jpg”

Per saperne di più sui ragni, puoi leggere la guida ai ragni più comuni delle nostre case  e l’articolo in cui sfatiamo i falsi miti riguardanti queste creature.

Conclusioni

Biosistemi, per i propri servizi di disinfestazione, è in grado di fornire una corretta identificazione delle varie specie insetti, grazie ai suoi tecnici esperti. 

Come detto in precedenza, le uova degli insetti variano nell’aspetto, il che rende complesso identificarle. Gli specialisti di Biosistemi sanno come individuarle e determinare a quale specie di insetto appartengono. Essere in grado di identificare le varie uova di insetti permette di realizzare interventi di disinfestazione ad-hoc seguendo un approccio sostenibile, efficace e sicuro dal punto di vista igienico-sanitario.

La corretta identificazione della specie di insetto responsabile della deposizione delle uova è cruciale per individuare il miglior trattamento di disinfestazione e permettere così una risoluzione dell’infestazione. Se vuoi saperne di più sulle nostre attività di disinfestazione, puoi consultare questo articolo.

La processionaria del pino è una specie di farfalla molto pericolosa per le conifere. Le larve di questo lepidottero sono infatti ghiotte delle foglie di svariate specie di pino. Le larve di questa specie di farfalla possono rappresentare un pericolo anche per gli esseri umani e gli animali, in quanto dispongono di una peluria urticante che utilizzano come strumento di difesa. Abbiamo parlato approfonditamente della processionaria del pino in questo articolo sul nostro blog.

La folta peluria delle larve di processionaria non è però tipica solamente di tale specie. Esistono infatti altre larve pelose di altre specie di lepidotteri simili a quelle della processionaria, che si possono trovare specialmente d’estate su diverse specie di piante latifoglie. Le larve di una specie in particolare, la ifantria americana, sono spesso confuse con quelle della processionaria del pino. La peluria di queste larve, però, non è assolutamente pericolosa né per l’uomo né per gli animali. Vediamo insieme in questo articolo quali altre larve pelose possono essere facilmente confuse con la processionaria del pino. Scopriamo inoltre come capire se la larva pelosa che abbiamo trovato sia effettivamente una processionaria del pino o no.

 

 

Larve pelose: cosa sono?

Quando troviamo una larva pelosa, stiamo osservando nella stragrande maggioranza dei casi una farfalla o una falena al suo primo stadio vitale. Questi insetti, noti come lepidotteri, depongono le uova da cui schiudono le larve, dette anche bruchi. Diverse specie di farfalle e di falene hanno larve coperte da una più o meno folta peluria.

Immagine di ifantria americana

Diversi esemplari di larva di Hyphantria cunea, comunemente nota come ifantria americana (Foto presa da EPPO Global Database)

Una volta mature, le larve si racchiudono in un bozzolo, chiamato crisalide o pupa, da cui poi sfarfallerà l’insetto adulto. Capire al distinzione tra ifantria americana e processionaria del pino, per evitare errori di riconoscimento, è fondamentale.

Ifantria americana

Le larve pelose di ifantria americana sono spesso erroneamente confuse con le larve delle processionarie del pino. L’ifantria americana è nota nella letteratura scientifica come Hyphantria cunea. Questa specie, come suggerisce il nome comune, proviene dall’America e si è stabilita nel nostro Paese dagli anni ‘80 del secolo scorso. Le larve sono provviste di peli urticanti, che sono però innocui per uomo e animali.

A differenza della processionaria del pino, che infesta le conifere, le larve di ifantria americana prediligono le latifoglie, come ad esempio il gelso e l’acero americano. Questa specie di lepidottero compie due generazioni all’anno, e le larve si trovano in giugno-luglio (prima generazione) e settembre (seconda generazione). Le larve si possono notare, nel periodo estivo, in gran numero sulle strade, sui muri e sulle strutture presenti nei parchi. Le larve di processionaria del pino, invece, discendono dalle piante ospiti solamente nel tardo inverno-inizio primavera, seguendo la caratteristica andatura in “processione”, non mostrata dall’ifantria americana.

Conclusioni

Biosistemi, per i propri servizi di disinfestazione, è in grado di fornire una corretta identificazione delle varie specie insetti, grazie ai suoi tecnici esperti. Riuscire a distinguere tra loro le varie larve pelose che si possono rinvenire durante l’anno consente di valutare il bisogno di realizzare un intervento di disinfestazione. Questo permette un approccio sostenibile, efficace e sicuro dal punto di vista igienico-sanitario.

Abbiamo visto insieme in questo articolo che le larve di processionaria del pino possono essere facilmente distinte dalle altre larve di lepidotteri perché si trovano al suolo solamente nel tardo inverno-inizio primavera, camminando nella caratteristica “processione”. Le larve pelose di altre specie di farfalle si possono invece rinvenire nei mesi estivi, e mai formando una processione.

La corretta identificazione delle processionarie è cruciale per individuare i luoghi dove effettuare i trattamenti di disinfestazione e permettere così una risoluzione dell’infestazione. Se vuoi saperne di più sulle nostre attività di disinfestazione, puoi consultare questo articolo.

 

Referenze

  • https://www.fitosanitario.regione.lombardia.it/wps/portal/site/sfr/DettaglioRedazionale/organismi-nocivi/insetti-e-acari/red-hyphantria-cunea-sfr.